Diseredazione. C’è anche se avviene in vita con donazioni. Dunque non solo con un testamento. Cassazione n. 23539/2017 ha sottolineato che è pretermissione (diseredazione) del legittimario quando il de cuius si sia spogliato in vita del suo patrimonio con atti di donazione. Vediamo le azioni concesse al figlio totalmente escluso dal suo diritto all’eredità.
L’esclusione dell’erede dall’eredità
L’esclusione dell’erede dall’eredità può derivare da una rinuncia all’eredità dell’erede. Ma può essere una scelta del testatore. La c.d. diseredazione. Con un testamento, il de cuius può fare in modo che un soggetto sia escluso dalla successione. Ad esempio un figlio o il coniuge (link diritti coniuge). Ciò avviene anzitutto quando il testatore scrive espressamente nel testamento di voler escludere un figlio. Inserisce una frase. Escludo dal testamento mio figlio Caio.
Ma lo stesso effetto (diseredazione) è ottenuto anche indirettamente. Quando il testatore lascia tutto il suo patrimonio ad un determinato soggetto. O a più soggetti. Ma senza prevedere un lascito ad un soggetto legittimario. Ad esempio moglie e figli ecc. Ai legittimari spetta infatti di diritto una quota di eredità. Per legge. Questa diseredazione è definita in termini giuridici pretermissione del legittimario. Importante. La pretermissione di un erede acquista rilievo solo se contro uno dei soggetti che hanno diritto ad una quota di eredità. Cioè i c.d. legittimari.
Il legittimario può tutelare il proprio diritto ad avere una quota dell’eredità, con un’azione giudiziaria o con un accordo con gli altri eredi.
Diseredazione dell’erede nella successione testamentaria e ab intestato
Di solito la pretermissione dell’erede deriva da una disposizione testamentaria. O da più disposizione testamentarie. Il testatore insomma esaurisce il proprio patrimonio senza lasciare nulla ad un erede legittimario. Cioè ad un figlio o al coniuge.
Ci si è chiesti se possa costituire pretermissione dell’erede il caso in cui il de cuius si spogli in vita di tutto il patrimonio con donazioni. In tal caso non si apre una successione testamentaria. Ma solo una successione legittima o ab intestato. La domanda. C’è diseredazione anche se la diseredazione non avviene con testamento?
La diseredazione del legittimario può verificarsi anche nella successione ab intestato. Cioè senza testamento. Ciò avviene quando il de cuius si sia spogliato in vita del suo patrimonio con atti di donazione. Ed alla morte non risultano beni relitti. Ma cosa succede in concreto. Per aprire la successione ab intestato è necessario che ci siano dei beni (attivi o passivi) nel patrimonio ereditario. In assenza di beni attivi o passivi non si apre alcuna successione ereditaria.
L’effetto della pretermissione sull’erede legittimario
Il soggetto completamente pretermesso dall’eredità è sostanzialmente estraneo all’eredità. Ed è inizialmente escluso dal meccanismo successorio. Non ha ricevuto una chiamata ad accettare l’eredità. E dunque non può accettare l’eredità e diventare erede.
Il soggetto pretermesso non può chiedere la divisione dell’eredità. Perché non è erede. Infatti non è comproprietario di alcunché. Non può neppure chiedere la collazione (restituzione dei beni donati nella divisione). Entrambi questi rimedi presuppongono la qualità di erede. Con attribuzione congiunta di un asse ereditario; circostanza.
Vediamo cassazione 23539 del 9/10/2017. Trae origine da una sentenza del tribunale di Padova. La cassazione evidenzia che legittimario diseredato può esperire invece l’azione di riduzione delle donazioni. Ad esempio un figlio diseredato. O una moglie diseredata. Si tratta dell’azione concessa ai legittimari contro i donatari, per la riduzione delle donazioni. Con assegnazione dei beni donati in misura tale da reintegrare la sua legittima.
In caso di successione ereditaria, l’erede legittimario pretermesso acquista la qualità di erede dopo il positivo esercizio dell’azione di riduzione. Prima di questo momento, egli non può chiedere la divisione ereditaria, né la collazione dei beni. Poichè entrambi questi diritti presuppongono l’assunzione della qualità di erede e l’attribuzione congiunta di un asse ereditario. Successivamente all’accoglimento dell’azione di riduzione egli può chiedere la divisione.
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