Trust autodichiarato. Gestire i propri beni senza che siano aggrediti dai creditori. Ma come funzione il trust autodichiarato? E come istituirlo in modo legale? Con quali vantaggi?
Cos’è il Trust Autodichiarato
Il trust è uno strumento di origine anglosassone attraverso cui un patrimonio viene segregato. In funzione del perseguimento di specifici interessi. Oppure a favore di determinati beneficiari. O infine per il raggiungimento di uno scopo determinato. In quanto patrimonio segregato, i beni del trust non possono essere aggrediti. Pertanto il Trust è lo strumento principe di protezione del patrimonio. In molti casi, molto più efficace rispetto a Società holding o al Fondo patrimoniale.
Il trust autodichiarato è la modalità più semplice di istituire un trust. In esso, infatti, i beni non sono trasferiti ad una terza persona. Ad esempio ad una fiduciaria con relativi costi. Ma il proprietario disponente si limita ad imporre ai beni un vincolo di destinazione. Continuando pertanto a gestirli in prima persona. Secondo le regole stabilite nell’atto istitutivo del Trust.
Ad esempio, un padre è proprietario di una casa famigliare. Egli può decidere di inserire la casa in un trust. E nominarsi gestore a vantaggio dei propri figli. In tal modo i creditori pertanto non potranno aggredire la casa. Perché destinata ad uno specifico scopo cui deve essere preservata.
Vantaggi e limiti
Il principale vantaggio è quello che il proprietario potrà gestire i propri beni. Approfittando tuttavia anche della protezione patrimoniale assicurata dal Trust. E bene precisare che i beni dovranno essere gestiti conformemente a quanto previsto nell’atto istitutivo. Inoltre, il proprietario gestore dovrà compilare il libro degli eventi. Infine, per evitare contestazioni circa l’assenza di valido scopo, sarà opportuno nominare un guardiano di fiducia. Con poteri di controllo sul rispetto della gestione.
La Cassazione sul Trust autodichiarato: è legittimo e in molti casi fiscalmente neutro
La sentenza Cass. 21614/2016 ha analizzato proprio la fattispecie del trust autodichiarato. La sentenza ne sancisce definitivamente la legittimità. E fissa nuovi principi che rivedono i precedenti orientamenti giurisprudenziali. Ma anche quelli dell’amministrazione fiscale.
La Sentenza citata afferma infatti che al trust autodichiarato, dalla stessa riconosciuto, non si applicano le imposte proporzionali. Ma quelle previste in misura fissa. Con Ordinanza n. 8147/2022, la Cassazione si è espressa nuovamente in materia di tassazione. Ribadendo i principi di cui sopra.
Clausole particolari in un Trust autodichiarato.
In un trust autodichiarato, il disponente potrà:
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prevedere come debbano essere gestiti i propri beni dopo la propria morte. Ad esempio, disciplinare la gestione di immobili e quote societarie.
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stabilire i soggetti che gli subentreranno nel ruolo di gestore. Ad esempio altri familiari o persone di fiducia. Nonché le modalità di nomina.
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individuare il guardiano, o, in caso di sua assenza, le modalità di nomina di costui.
Esempi di Trust Autodichiarato
- Il Trust successorio
- Il Trust familiare autodichiarato
- Il Trust a protezione di soggetti disabili
- Il Trust liquidatorio autodichiarato
- Il Trust di scopo
1. Il Trust successorio
Il trust successorio è volto a regolare il passaggio generazionale del patrimonio. E per l’imprenditore, si tratta non solo al patrimonio personale, ma anche delle proprie attività imprenditoriali. Clicca il nostro link sul passaggio generazionale dell’imprenditore. Quale alternativa al testamento, consente di pianificare meglio il passaggio generazionale della ricchezza e della gestione dei beni. Riesce meglio a tutelare particolari esigenze, quali la redditività di impresa. O la protezione di determinati soggetti deboli. In particolare, mantenendo poteri di gestione dei beni. E progressivamente affidando la gestione secondo i propri progetti.
2. Il Trust Familiare Autodichiarato
Ci possono essere motivi familiari diversi da quelli successori per un trust autodichiarato a beneficio dei figli. O dei nipoti. Ad esempio, un padre può giungere alla determinazione di non trasferire immediatamente ai figli i beni. Si pensi al caso in cui il genitore non si fidi del compagno della figlia. Oppure egli non voglia beneficiare un figlio affetto da ludopatia o da prodigalità. Ma voglia creare intorno a lui una rete di protezione e assistenza.
3. Il trust a protezione di soggetti disabili
Il trust autodichiarato appare adatto anche a difesa di soggetti disabili gravi. Per i trust a favore di questi ultimi soggetti, la legge sul “Dopo di Noi” ha previsto agevolazioni fiscali. Il genitore del disabile può così di fatto continuare a gestire i beni nel modo che egli ritiene migliore nell’interesse del figlio. Ma con la possibilità di proiettare tale gestione anche nel futuro. Ed al tempo stesso proteggere tali beni da futuri creditori.
4. Il Trust Liquidatorio Autodichiarato
Un trust può avere anche la funzione di liquidare un immobile. E con il ricavato di pagare i debiti del disponente e di attribuire a quest’ultimo l’eventuale residuo. Costituisce un’ottima soluzione sia per il debitore che per i creditori. In tal modo, infatti, è possibile vendere il bene al prezzo di mercato. E non, invece, al prezzo quasi sempre inferiore al quale esso verrebbe venduto all’asta.
5. Trust di Scopo
Una persona può anche costituire un trust autodichiarato per motivi benefici. Ad esempio per mettere a disposizione della collettività una vasta collezione di oggetti. Oppure per opere di bene, in alternativa ad una fondazione.
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